Disastro ambientale in Brasile

Ultimamente c’è stato un disastro ambientale in Brasile, ma in Italia se ne parla poco; non so perché. Si è parlato molto dell’attacco terroristico a Parigi, e anche dei mondiali di calcio in Brasile, ma si parla poco di catastrofi che si verificano in Brasile, come si è parlato poco dei problemi economici brasiliani, anche durante i mondiali di calcio, e si è parlato poco del viadotto crollato a Belo Horizonte.

Potrei fare tanti esempi di ipocrisia giornalistica italiana, ma preferisco fermarmi qui.

Quando c’è stato l’attacco a Parigi, tanta gente su Facebook ha messo la fotografia del profilo con la bandiera francese; io no, né su Facebook, né in altre reti sociali, per il semplice motivo che dovrei cambiare bandiera ogni volta che succede qualcosa. Nessuno di mia conoscenza ha messo una bandiera brasiliana come immagine del profilo.

bandiera brasiliana
bandiera brasiliana

Ora spiego in modo sintetico cosa è successo in Brasile.

Il Rio Doce è stato contaminato da sostanze altamente tossiche, che potrebbero causare gravi danni non solo al fiume stesso, ma anche al mare.

Copio e incollo dal sito di Repubblica.

Più di 60 milioni di metri cubi di fanghi tossici provenienti da una miniera di ferro hanno raggiunto l’Oceano Atlantico nello stato di Espirito Santo. Fuoriusciti il 5 novembre scorso dal cedimento delle dighe Fundao e Santarem hanno devastato il bacino del fiume Rio Doce, nella regione di Minas Gerais.

Non so cosa dicono le leggi brasiliane sul disastro ambientale, però mi risulta che ultimamente in Italia è uscita una legge che punisce pesantemente i danni ambientali, almeno quando non viene fatto niente per evitarli.

Tra l’altro, io ho saputo del disastro ambientale in Brasile con molto ritardo. Il fatto è del 5 novembre, ma io l’ho saputo alcuni giorni fa, non ricordo se a novembre o a dicembre. È vero che anch’io ho scritto questo articolo con ritardo, ma nessuno mi paga per scrivere articoli. È vero che Altervista mi paga per la pubblicità, ma sono pochi soldi, e ancora non ho visto una lira.

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Pubblicato da Paolo Marzano

Sono nato a Roma, dove ancora abito. Con l'eccezione dell'Erasmus e di altri soggiorni all'estero, non ho mai abitato fuori Roma. Nel 2010 ero candidato alla Regione Lazio; nel 2013 ero candidato al Comune di Roma. Ho studiato fisica a Tor Vergata. Ho un'ottima conoscenza della lingua spagnola; mi piacerebbe conoscere tante lingue. Frequento varie reti sociali, tra cui Diaspora.

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