Durante il soggiorno a Gran Canaria, ho notato una grande quantità di marciapiedi scivolosi, più o meno come a Tenerife.
area pedonale scivolosa nelle vicinanze del mare
A Tenerife e a Gran Canaria, tanti marciapiedi, invece di essere fatti di asfalto, sono fatti con mattonelle di pietra, su cui è facile scivolare. Forse tali mattonelle sono più facili da ottenere; forse usare tale materiale costa meno, ma penso che sia molto più importante la sicurezza dei cittadini e dei turisti.
marciapiede scivoloso fotografato a Vecindario Marciapiedi come questo si trovano facilmente alle Isole Canarie.
Perché i comuni non usano materiali migliori per i marciapiedi? Perché non usano l’asfalto? Forse per motivi economici, come ho detto prima, o forse i consiglieri comunali sperano che qualcuno si faccia male; non so chi potrebbe guadagnarci e in che modo, ma sa di metodo Cossiga. Forse sperano che i marciapiedi scivolosi uccidano gli anziani, così il governo risparmia un po’ di pensioni.
Io varie volte sono scivolato sui marciapiedi di Tenerife e Gran Canaria, e varie volte ho rischiato di farmi male. A me è andata bene, ma a tanti altri sarà andata male.
Non so com’è il sistema sanitario canario né quello spagnolo, ma gradirei non avere bisogno di cure mediche, soprattutto per danni gravi, come fratture o cose simili. A dire il vero, gradirei che nessuno avesse bisogno di cure mediche per danni gravi.
Il problema dei marciapiedi scivolosi non è esclusivamente canario, ma ho parlato delle Isole Canarie perché non mi vengono in mente altri posti in cui sono presenti marciapiedi su cui si scivola facilmente.
Un problema dell’ATAC è la scarsità di autisti; gli autisti sono meno di metà del totale del personale della società, diversamente da come ci si aspetta da un’impresa di trasporto pubblico. Tanti autisti hanno ferie arretrate.
Resta da capire se i dirigenti dell’ATAC fanno porcate di loro iniziativa o se invece dipende dal comune di Roma. Forse il comune di Roma riduce i finanziamenti, così i viaggiatori si incazzano e il comune ha una scusa per privatizzare la società. Quando la società viene privatizzata, alcune linee miglioreranno, mentre altre verranno soppresse per scarsità di viaggiatori. Questa è la seconda strategia della manipolazione secondo Noam Chomsky: creare un problema e offrire una soluzione. I privati pensano al profitto, mentre il comune almeno in teoria dovrebbe pensare all’interesse collettivo. Chi ha interesse a privatizzare l’ATAC? Gli assessori e i consiglieri hanno amici interessati a comprare la società di trasporto pubblico di Roma? A Roma già è presente una società privata di trasporto pubblico: la Roma TPL, che gestisce alcune linee di autobus di Roma. Gli autobus della Roma TPL sono puliti ed efficienti, ma percorrono le linee più frequentate, proprio perché i privati cercano il profitto. Se i privati si appropriano di tutte le linee di Roma, sarà un grosso problema per la gente; un po’ per i viaggiatori, un po’ per gli autisti, che devono fare turni massacranti per pochi soldi.
Mi è piaciuta molto la manifestazione che c’è stata a Roma il 29 luglio per Christian Rosso; io avrei partecipato con molto piacere, ma avevo altre cose da fare. Tra l’altro, ho notato con piacere che in alcune reti sociali ci sono gruppi che sostengono Christian Rosso.
Manifestazione in onore di Christian Rosso (immagine presa da Roma Capitale News)
Approfitto di questo articolo per parlare dell’incidente del 10 luglio 2015 nella stazione Furio Camillo. Probabilmente anche quell’incidente è dovuto alla scarsità di finanziamenti da parte del comune di Roma.
A Furio Camillo, un bambino è morto cadendo nella tromba di un ascensore. Spero che il comune di Roma abbia pagato tutti i danni, ma spero anche che qualcuno finisca in galera per questo incidente, soprattutto i dirigenti dell’ATAC, e possibilmente anche il sindaco di Roma e altri assessori responsabili della scarsità di finanziamenti al trasporto pubblico.
In questo articolo spiegherò perché certi autobus di Roma non passano quando dovrebbero passare; la responsabilità non è degli autisti né dei meccanici.
Perché gli scioperi vengono fatti prevalentemente di venerdì? Pensavo che gli autisti volessero fare tre giorni liberi consecutivi, ma il problema non è rappresentato dagli autisti, bensì dal personale ATAC che non guida. Di sabato e domenica, il personale «di terra» non lavora, almeno secondo una testimonianza che ho sentito ultimamente, allora lo sciopero è il modo migliore per fare un giorno libero in più. Se lo sciopero non viene fatto di venerdì, viene fatto di lunedì, oppure in un altro giorno prima o dopo altri giorni festivi. Se lo sciopero serve per fare ponte, ancora meglio per il personale ATAC non viaggiante. Questi fatti spiegano perché ultimamente gli scioperi del trasporto pubblico sono frequenti a Roma. Tra l’altro, ultimamente a Roma gli autobus passano anche nei giorni di sciopero, non solo nelle fasce orarie garantite, anche se i tempi di attesa possono essere più lunghi, come se non lo fossero nei giorni senza sciopero.
Certi autisti dell’ATAC hanno ferie arretrate; non possono fare le ferie perché manca il personale; in più, vengono pagati poco, mentre i dirigenti ricevono stipendi esorbitanti. Secondo una testimonianza che ho sentito ultimamente, certi dirigenti dell’ATAC guadagnano più o meno gli stessi soldi del presidente degli Stati Uniti d’America.
Perché l’ATAC offre un servizio da terzo mondo a prezzi esorbitanti? La mia ipotesi è che i dirigenti applicano la seconda strategia della manipolazione: provocare un problema e offrire una soluzione. Se un servizio pubblico funziona male, tanta gente chiederà la privatizzazione, ma c’è un problema: i privati pensano al profitto, non al bene dei cittadini. Non dico che non devono esserci imprese private di trasporto; dico semplicemente che deve esserci anche un’impresa pubblica, pagata almeno in parte dai contribuenti, affinché il servizio venga fatto per tutti i cittadini. Se l’ATAC venisse privatizzata, tante linee di autobus verrebbero soppresse per il semplice motivo che hanno pochi viaggiatori. Tra l’altro, a Roma già alcune linee sono gestite da imprese private, ma certi autisti ancora stanno aspettando stipendi arretrati.
Ancora non ho parlato dei meccanici, che cercano di fare il lavoro nel migliore modo possibile, ma spesso non hanno il materiale necessario per le riparazioni, di conseguenza, certi autobus non girano mentre altri viaggiano guasti. Di chi è la colpa? Non dei viaggiatori che non pagano; loro si sentono burlati, di conseguenza penso che abbiano ragione a non pagare. La colpa è del comune di Roma che non finanzia bene i servizi pubblici. Se il comune di Roma desse più soldi all’ATAC, il trasporto pubblico migliorerebbe, allora più gente pagherebbe per viaggiare; in questo modo, forse ci sarebbero anche più soldi per il comune di Roma, perché ci sarebbe più turismo.
Che effetto fa la cronaca nera sulla gente? Spesso sento parlare del rischio di imitazione; provo a spiegarmi meglio: più si parla di certi fatti, più tali fatti vengono imitati dalla gente. Perché non proporre soluzioni ai problemi? Forse perché le soluzioni attirano meno gente, di conseguenza giornali e telegiornali avrebbero meno pubblico, e gli sponsor pagherebbero di meno.
Un altro problema di giornali e telegiornali d’Italia è rappresentato dalla distrazione di massa. Si parla tanto di attori, cantanti e altri VIP e dei relativi matrimoni e divorzi, ma si parla poco delle leggi che escono, alcune delle quali mi sembrano assurde; un esempio è la legge sui cookies, di cui ho parlato poco tempo fa.
In una rete sociale, mi è arrivato un commento che dice «Panem et circenses», e dice anche altre cose che ora non ricordo, ma quel commento era interessante.
Mi viene in mente uno spettacolo di Sabina Guzzanti: «Raiot – Armi di distrazione di massa»; dovrei vederlo di nuovo; per ora ricordo solo che mi è piaciuto molto, infatti mi piace la satira.
Quando è possibile, evito di seguire telegiornali, ma non sempre ho questa possibilità. In più, quando leggo i giornali, leggo solo gli articoli che ritengo importanti. Certe volte leggo anche pettegolezzi sui VIP, giusto per distrarmi un po’, ma abitualmente preferisco le notizie di politica. Anche se Internet è piena di monnezza, ci sono tanti siti utili, alcuni dei quali fanno informazione seria. Ovviamente i siti Internet hanno una cosa in comune con giornali e telegiornali: fanno informazione di parte, di conseguenza è buona norma confrontare più fonti, in modo da avere un’idea più chiara sui fatti.
Un motivo per cui cerco di evitare i telegiornali è che mi demoralizzano o mi fanno incazzare a seconda dei casi. Mi viene in mente l’articolo sull’energia negativa, ma anche un articolo di Marco Reborn che spiega le ragioni per non seguire la televisione. So per esperienza che è difficile liberarsi dalla dipendenza da serie televisive; forse è per questo motivo che hanno inventato le serie televisive; le serie di film non fanno lo stesso effetto.
Come mio solito, ho saltato di palo in frasca, ma non trovavo un modo migliore per esprimere le mie opinioni sull’«informazione» che viene fatta in Italia.
Sapete dare una definizione di terrorismo? Dicono che non esiste una definizione universalmente accettata, di conseguenza ognuno ha la propria definizione. Secondo certe definizioni, il 90% degli esseri umani sono terroristi.
Mi viene in mente anche il governo italiano che manda le forze dell’ordine contro i No TAV, cittadini onesti che non vogliono i treni ad alta velocità.
Se dovessi citare tutti gli atti di terrorismo, dovrei scrivere un libro, perché un articolo non è sufficiente.
Concludo con collegamenti a pagine esterne, ognuna delle quali dà una definizione di terrorismo.
Mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere, perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all’affermazione della verità, e la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. (V per Vendetta)
Vi ricordate il film «V per Vendetta»? Io l’ho visto alcuni anni fa; mi ricordo che contemporaneamente su un altro canale si vedeva Roberto Benigni che leggeva i primi 12 articoli della costituzione italiana.
Leggi di Jones sulla programmazione televisiva:
Se ci sono due programmi interessanti, sono alla stessa ora.
Se ce n’è uno solo, sarà cancellato.
Se hai aspettato un programma per tutta la settimana, sarà anticipato.
Un altro giorno scriverò un articolo sulla televisione italiana e uno sulle leggi di Murphy, ma ora voglio concentrarmi su V per Vendetta.
Quel film mi piace molto; secondo me, è fatto bene e rende bene l’idea di come può diventare uno Stato se i cittadini non si svegliano. Quel film si ispira alla congiura delle polveri, infatti il protagonista indossa una maschera di Guy Fawkes, ma il film è ambientato in un futuro distopico.
Cos’altro posso dire? Varie scene di «V per Vendetta» meritano di stare in questo articolo, ma ho preferito concentrarmi su quelle che secondo me rendono meglio l’idea di come si può arrivare alla dittatura.
Mi dispiace non aver scritto ancora niente sul terrorismo di Stato e sulla «giustizia» italiana. Parlando di «giustizia» italiana, mi viene in mente Stefano Cucchi, che non ha avuto la giustizia che meritava; dovrei scrivere un articolo su di lui. Parlando di Stefano Cucchi, mi viene in mente Federico Aldrovandi, ucciso da criminali che lavoravano nella Polizia di Stato.
In questo articolo parlerò dell’insegnamento della matematica nella scuola italiana.
Teorema del confronto, conosciuto anche come teorema dei carabinieri
Quanta matematica si studia nella scuola italiana? Secondo me poca; un po’ l’ho capito all’istituto tecnico industriale, ma l’ho capito meglio al primo anno di università, in cui ho visto tante cose nuove.
Mi viene in mente quella volta che ho incontrato i miei ex compagni di classe; è venuto fuori un discorso interessante, almeno per i miei gusti.
—Al primo esame di matematica già facciamo cose nuove, per esempio lo sviluppo di Taylor. —Sì, perché, il teorema dei carabinieri?
Perché racconto questa storia? Non è mia abitudine tediare i lettori, ma voglio commentare il modo in cui la matematica viene insegnata nelle scuole d’Italia.
Un altro problema è che troppo spesso si rimane indietro con il programma nelle scuole italiane, ma forse su questo problema dovrei scrivere un articolo separato.
Non voglio negare l’importanza delle altre materie, almeno non di tutte le altre materie, ma ho l’impressione che la matematica viene sottovalutata. Senza la matematica, staremmo nella preistoria. Non dico che tutti devono conoscere lo sviluppo di Taylor e il teorema dei carabinieri, ma almeno all’istituto tecnico industriale dovrebbero insegnare queste cose, almeno questa è la mia opinione. Se io fossi ministro della pubblica istruzione, metterei molta più matematica nelle scuole d’Italia, soprattutto nelle scuole superiori a indirizzo scientifico, ma non solo. Per come la vedo io, i diplomati dell’istituto tecnico industriale dovrebbero conoscere gli integrali multipli, gli integrali curvilinei e gli integrali di superficie, ma anche le funzioni di variabile complessa.
Se io fossi presidente del Consiglio dei Ministri, darei più fondi alla cultura e meno alle forze armate e ai parlamentari.
Quanto costa frequentare una scuola? So per esperienza che frequentare un’università può costare €1500 all’anno; secondo me, è un prezzo esorbitante, così come il prezzo dei libri; potrei accettarlo se in Italia ci fosse il reddito minimo garantito; in questo modo, ogni studente potrebbe pagare i propri studi autonomamente.
Secondo vari siti Internet, i parlamentari possono usufruire di trasporto pubblico gratuito; potrei anche essere d’accordo, ma perché gli studenti no? La cultura non ha prezzo, o se ce l’ha, è molto minore del prezzo dell’ignoranza. La cultura ha un grande valore, che deve essere difeso dal governo, come dice anche l’articolo 9 della costituzione italiana.
Parlando di Wikipedia, mi viene in mente la raccolta fondi che si sta svolgendo ultimamente. Wikipedia cerca di essere indipendente, e per farlo, rifiuta pubblicità e finanziamenti da governi. Ho detto che la cultura non ha prezzo, ma penso che tutti possano contribuire, anche con poco; per esempio, io ho donato €5 con Paypal; se tutti lo facessero, la raccolta fondi finirebbe oggi.
Un altro giorno scriverò un articolo sulle enciclopedie in Internet.
Alejandro Cao de Benós de Les y Pérez è nato in Spagna, e precisamente a Reus, in provincia di Tarragona, ma possiede la cittadinanza nordcoreana oltre a quella spagnola.
Alejandro Cao in piedi vicino a una bandiera nordcoreana
Non ho capito come ha fatto Alejandro Cao ad acquisire la cittadinanza nordcoreana, ma so che lui si occupa di diffondere una versione della storia che piace al governo nordcoreano.
Come potete immaginare, gente come Alejandro Cao è molto utile per il governo nordcoreano. Non so cosa ci guadagna Alejandro Cao ad alimentare la propaganda nordcoreana; probabilmente a lui vengono concessi privilegi che normalmente non vengono concessi ai cittadini nordcoreani per nascita.
Se cercate in Internet, troverete tante pagine su Alejandro Cao de Benós, compresi vari filmati. C’è da dire che Alejandro Cao concede tante interviste; alle domande risponde con la sua versione della storia; uno così può solo piacere a Kim Jong-un.
Cos’altro posso dire? Tanti spagnoli si vergognano di Alejandro Cao, e anch’io sono schifato, anche se ho poco di spagnolo; probabilmente anche i dissidenti nordcoreani sono schifati; coloro che sono usciti possono testimoniare, e molti di loro hanno smentito la propaganda del governo nordcoreano. Alejandro Cao dice che tanti nordcoreani sono tornati nella Corea del Nord di loro iniziativa, e vari siti Internet lo confermano; probabilmente è vero, ma non perché la Corea del Nord sia vivibile, bensì perché è difficile adattarsi a uno Stato diverso da quello di origine; a me è bastato l’Erasmus per capirlo, anche se la Spagna non è molto diversa dall’Italia. Provate a immaginare le enormi differenze tra le due Coree! Sono bastati 50 anni di divisione per ottenere due Stati molto diversi tra loro.
Ultimamente ho visto vari documentari sulla dittatura nordcoreana. Il governo nordcoreano fa tante porcate; cerca di nasconderle, ma qualcosa viene fuori.
Bandiera della Corea del Nord
Ho visto documentari sulle prigioni nordcoreane, in cui finiscono i cittadini che esprimono disaccordo verso il governo.
Il governo nordcoreano fa il possibile per impedire ai cittadini di uscire dal loro paese, ma alcuni nordcoreani riescono a scappare; alcuni vengono catturati dalla polizia cinese e vengono portati nella Corea del Nord, ma non si sa cosa succede dopo; alcuni nordcoreani riescono a raggiungere la Corea del Sud o altri Stati vivibili.
Tanti nordcoreani fuggitivi testimoniano, e le testimonianze sono inquietanti.
Oggi ho visto un documentario in cui vengono intervistati vari nordcoreani, tra cui un ex torturatore pentito.
I documentari che ho visto ultimamente sono in spagnolo; per ora non ho trovato niente in italiano.
Tra l’altro, cittadini di tanti Stati possono visitare la Corea del Nord come turisti, ma devono seguire i percorsi decisi dalle guide, che ovviamente eseguono gli ordini del governo.
I turisti che visitano la Corea del Nord vedono solo la parte migliore, come i musei, in alcuni dei quali viene falsificata la storia; per esempio, si parla degli Stati Uniti d’America come del nemico più pericoloso. Non voglio santificare il governo statunitense, né quello attuale, né quelli precedenti, ma il governo nordcoreano fa di peggio per quanto riguarda i diritti umani. Nella Corea del Nord, se un cittadino commette un crimine, non solo quel cittadino, ma tutta la famiglia può finire in prigione; è qualcosa di molto peggio della legge delle bande vigente in Texas.
Tra l’altro, mi danno l’amaro coloro che parlano bene della Corea del Nord dopo averla visitata come turisti; il primo esempio che mi viene in mente è Antonio Razzi, ma non è l’unico.
Vogliamo parlare di Alejandro Cao de Benós de Les y Pérez? È nato in Spagna, ma oltre ad avere la cittadinanza spagnola, ha la cittadinanza nordcoreana; non so come l’ha acquisita, ma ho ascoltato alcune interviste.
Ho trovato anche un filmato che parla della Corea del Nord in modo umoristico.
Avrei ancora altre cose da dire sulla dittatura nordcoreana, ma per ora mi fermo qua. Chi non l’avesse già fatto, è invitato a lèggere l’articolo sulla guerra di Corea e quello sui paesi divisi dai muri.