A Roma ci sono fermate inutili, nel senso che certe fermate dell’autobus si trovano vicino al capolinea di arrivo. Un esempio è la fermata del 664 di Via del Calice, che una volta si trovava davanti al bar «In & Out», mentre ora si trova davanti alla scuola elementare di Via del Calice, a 30 m dal capolinea di arrivo. A cosa può servire quella fermata? Se proprio c’era bisogno di una fermata davanti alla scuola elementare, potevano metterla senza eliminare la fermata davanti al bar. Dopo spiegherò i motivi (futili) per cui l’autobus non ferma più davanti al bar, ma prima voglio rivelare il paradosso. Quando il 664 parte da Largo Cosoleto, non c’è una fermata a trenta metri, che sarebbe utile per chi perde l’autobus al capolinea e potrebbe prenderlo facendo una corsa.
Per come la vedo io, la nuova fermata di Via del Calice è la fermata più inutile della storia del trasporto pubblico. Mi piacerebbe sapere se ci sono fermate inutili in altri quartieri o in altre città.
Un problema di Via del Calice è la mancanza di marciapiedi, almeno in alcuni tratti.
Sia chiaro, a Roma ci sono tanti problemi. La linea 664 non è l’unica linea di autobus ad avere problemi, però ci tenevo a parlare della fermata inutile di Via del Calice.
Perché il Comune di Roma non espropria i terreni necessari per costruire marciapiedi? In questo modo, l’ATAC potrebbe mettere la fermata dove serve di più.
Spero che il comitato di quartiere faccia tutto il possibile, e spero anche che il Comune di Roma e il VII municipio ascoltino le proposte e le portino avanti.
All’ultima elezione comunale ho votato per Virginia Raggi; spero di aver fatto la cosa giusta.
Come saprete, Gianluca Buonanno è morto per un incidente stradale; resta da capire se l’incidente è stato provocato da qualcuno che aveva interesse a farlo fuori.
Gianluca Buonanno è morto nello stesso giorno in cui si votava in vari Comuni italiani, e aveva ricevuto un po’ di minacce; in più, certi giornali parlavano molto di lui, mentre non hanno detto niente sull’incidente. È una coincidenza?
Gianluca Buonanno era famoso per certe uscite che faceva nel parlamento italiano e in quello europeo; si può condividere o non condividere ciò che diceva, così come il modo in cui lo diceva. Non condivido l’uscita della spigola, per motivi facilmente intuibili per chi ha letto un mio articolo vecchio.
Anche se non ho mai votato per la Lega Nord né penso di farlo in futuro, un po’ ammiro Gianluca Buonanno, anche se non condivido tante cose che diceva.
La carta d’identità è il documento di riconoscimento che attesta l’identità della persona. (fonte: sito del Comune di Roma)
Perché scrivo un articolo relativo alla carta d’identità? Per problemi che si sono verificati ultimamente. Non voglio rivelare chi ha avuto i problemi di cui parlerò; userò un nome fittizio: Evaristo.
Oggi Evaristo è andato alla sede del VII municipio di Roma, che prima era sede del X municipio. Evaristo aveva bisogno di una nuova carta d’identità, in quanto quella vecchia era deteriorata. Evaristo ha comprato il modulo per la richiesta della carta d’identità, in quanto tale modulo non viene dato gratuitamente; forse Evaristo poteva comprare quel modulo alcuni giorni prima, ma ha avuto problemi nei giorni precedenti. Evaristo neanche aveva le fotografie con sé, in quanto sapeva che tali fotografie dovevano essere recenti, e non sapeva se andavano bene le fotografie fatte alcuni giorni prima, allora è andato al centro commerciale Cinecittà Due, dove ha trovato una cabina per fototessera che dava problemi; ha provato a chiamare il numero telefonico indicato, ma tale numero risultava inesistente o non disponibile. Evaristo, non potendo usare tale cabina, prova la cabina che si trova nella stazione della metropolitana, ma prima inserisce una banconota da €20 in un distributore automatico di biglietti, sperando di ricevere il resto; tale banconota veniva rifiutata. Uno cerca di viaggiare con biglietto regolare, ma certe volte neanche è possibile comprare i biglietti; sembra che lo fanno apposta per multare tanta gente. Evaristo, dopo aver fallito i tentativi di comprare i biglietti ATAC e farsi dare il resto, e dopo aver ricevuto indietro il pezzo da 20 tutte le volte, inserisce il pezzo da 20 nella fessura della cabina per fototessera, e solo dopo nota la dicitura «La macchina non dà resto»; neanche era possibile annullare l’operazione, di conseguenza Evaristo ha pagato una fototessera al prezzo di quattro. Evaristo torna al VII municipio con il modulo e le fotografie, poi viene a sapere che serve una marca da bollo, in quanto la carta d’identità è stata chiesta per deterioramento della precedente. Se la macchina avesse dato il resto, Evaristo avrebbe i soldi necessari, invece allo sportello si trova senza soldi. L’impiegata è stata gentile; ha detto che avrebbe aspettato i soldi allo sportello mentre serviva altri clienti, poi avrebbe dato la carta d’identità già pronta. Evaristo va a una cassa automatica del centro commerciale, poi torna con i soldi, paga e riceve la carta d’identità e il resto. Tra l’altro, Evaristo nota che la nuova carta d’identità è fatta dello stesso materiale di quella vecchia, mentre si aspettava un materiale più resistente; l’impiegata risponde che carte d’identità di quel tipo vengono rilasciate nella sede dell’ex IX municipio, che riceve per appuntamento. Non si sa quando verranno rilasciate carte d’identità resistenti nella sede dell’ex X municipio.
accorpamento dei municipi di Roma per decisione di Gianni Alemanno
Nonostante tutti questi lati negativi, Evaristo nota con piacere che la nuova carta d’identità non scade nella stessa data in cui è stata fatta, bensì nel giorno del compleanno successivo a tale data. Per esempio, se Diana Tejera ritirasse una nuova carta d’identità oggi (15 dicembre 2015), tale documento non scadrebbe il 15 dicembre 2025, bensì il 30 settembre 2026; dicono che da due anni funziona così.
Evaristo ha chiesto a me di scrivere questo articolo; non se la sentiva di raccontare questi fatti di persona, perché sapeva che altrimenti avrebbe insultato tanta gente, con rischio di querela.
Ricordate il mio articolo sull’acqua pubblica? Ora parlerò di Messina, che è stata senza acqua per vari giorni; non so quanti giorni, ma troppi per i miei gusti, soprattutto in un paese come l’Italia.
Ho saputo di questo fatto alcuni giorni fa. Ho aspettato a scrivere per gli stessi motivi per cui ho ritardato la scrittura dell’articolo sul Rio Doce inquinato. Poiché non ricevo niente, a parte i pochi soldi che Altervista mi darà quando avrò raggiunto la soglia minima, scrivo solo quando mi va.
Secondo vari articoli che ho trovato in Internet, a Messina si è rotto un tubo che portava acqua ai cittadini, di conseguenza i cittadini hanno dovuto fare la fila per farsi riempire le taniche di acqua potabile.
Non so se le autorità competenti hanno fatto partire i lavori nei tempi giusti; forse potevano fare tutto più velocemente. Mi risulta che un intervento di Fiorello in Internet ha portato i giornali nazionali a parlare del problema idrico messinese, altrimenti solo i giornali locali ne avrebbero parlato. Se lo stesso problema si fosse verificato a Roma, i giornali nazionali ne avrebbero parlato sùbito? Il problema si sarebbe risolto velocemente? Non lo so, ma è evidente che il governo italiano è troppo lento nel risolvere i problemi dei cittadini.
Tra l’altro, ho letto che a Messina c’erano fornitori privati che vendevano acqua potabile a caro prezzo, approfittando delle necessità dei cittadini. Non so se quei fornitori sono stati puniti, ma non avrebbero lavorato neanche un giorno se il governo italiano e il comune di Messina avessero mandato immediatamente un numero sufficiente di autobotti per fornire acqua potabile a tutti i cittadini.
Alcuni messinesi dicevano che sembrava di stare in guerra.
Secondo me, ha ragione Lambrenedetto XVI quando dice che l’Italia è un paese del terzo mondo.
Ulteriori pagine esterne sul problema idrico di Messina
Oltre alle mancate risposte di Ignazio Marino, c’è un altro motivo per cui la mia opinione su di lui è negativa: Ignazio non ha mantenuto certe promesse fatte in campagna elettorale; per esempio, non ha migliorato il trasporto pubblico, almeno per quello che ho visto.
Nonostante tutto, non è detto che sia un bene che Ignazio Marino abbia dato le dimissioni dal comune di Roma. Mi risulta che tali dimissioni sono state chieste da Matteo Renzi. Per caso Ignazio Marino ha fatto cose che non sono piaciute al Partito Tutt’Altro Che Democratico? Tra l’altro, mi risulta che anche altri del PD si sono schierati contro Ignazio Marino. Forse Ignazio Marino è tra i più puliti del PD, anche se ha fatto cose che non mi sono piaciute.
Ieri godevo per le dimissioni di Ignazio Marino, ma oggi no, perché ho letto articoli su certe cose buone che Ignazio ha fatto per Roma.
Ho firmato la petizione a favore di Ignazio Marino, chiedendo a Ignazio di ritirare le dimissioni. Come saprete, il sindaco può ritirare le dimissioni entro 20 giorni.
Il mio nome è visibile nella lista dei firmatari della petizione per il ritiro delle dimissioni. Come ho detto prima, Ignazio Marino non ha risposto a nessuno dei miei messaggi, ma non è detto che non li abbia letti; forse si ricorda di me.
In caso di conferma delle dimissioni, chi sarà il prossimo sindaco? Spero che non sia del PD né di Forza Italia.
Penso di candidarmi per le prossime elezioni comunali, ma ancora non so con quale partito; forse con Azione Civile, ma ancora devo decidere. Se non mi candido, non so per chi votare, ma il mio dubbio sarà tra Azione Civile e Movimento 5 Stelle.
Alessandro Di Battista ha detto che non si candida al comune di Roma; da una parte preferisco così, perché il parlamento ha bisogno di Alessandro Di Battista. Sicuramente ci saranno altri pentastellati disponibili.
In questo articolo parlerò dei viaggiatori onesti che vengono multati ingiustamente.
Il trasporto pubblico di Roma mi fa incazzare altamente; un po’ perché funziona in modo approssimativo, un po’ perché gli scioperi sono frequenti, un po’ perché i controllori fanno i fiscali quando dovrebbero essere i primi a sapere quanto fa schifo il trasporto pubblico di Roma. La cosa che mi fa più schifo è che sugli autobus è impossibile comprare i biglietti, allora la logica suggerirebbe che alle fermate dovrebbero esserci distributori automatici, e invece non ci sono; in più, le tabaccherie non sono sempre aperte, così come gli altri negozi che vendono biglietti del trasporto pubblico. In questo modo, tanti viaggiatori onesti sono costretti a viaggiare clandestinamente con il rischio della multa. Perché li definisco onesti? Per il semplice motivo che viaggerebbero con biglietto regolare se ne avessero la possibilità; lo dimostrano i discorsi che sento sugli autobus. Oggi ho trovato i controllori; per me non è un problema, perché ho la tessera annuale valida per tutto il comune di Roma, ma altri stavano senza tessera né biglietto, non per disonestà, ma perché hanno trovato la tabaccheria chiusa; altri passeggeri si erano offerti di vendere biglietti ai clandestini onesti, ma era troppo tardi; i controllori già stavano sull’autobus.
Un’altra cosa che mi fa schifo è che le multe per mancanza di biglietto sono esorbitanti: €104,90
Tra l’altro, le multe sono uguali indipendentemente dalla situazione; provo a spiegarmi meglio: il fatto che le tabaccherie sono chiuse non viene riconosciuto come attenuante.
Ho chiamato il comune di Roma, come ho già fatto per il problema degli accattoni in metropolitana; quando spiego la situazione, l’operatrice mi mette in contatto con l’ATAC, allora io spiego di nuovo la situazione; l’operatrice dell’ATAC mi dice che devo chiamare un altro numero; mi dice il numero, poi chiude. Ho chiamato l’altro numero varie volte, ma ho trovato sempre occupato. Ho provato a fare un reclamo attraverso il sito Internet dell’ATAC, ma ogni volta che premevo «invia», veniva fuori la scritta «servizio non disponibile» o qualcosa di simile.
A cosa serve il comune di Roma? A spillare i soldi ai cittadini; niente di più. Abbiamo servizi da terzo mondo; almeno potrebbero avere la decenza di darceli gratis o quasi. Non posso dare torto a chi usa mezzi privati per spostarsi, e neanche a chi mena i controllori. Mi viene in mente un aforisma di Margherita Hack: «La disobbedienza civile è necessaria quando le leggi sono contro la democrazia e la libertà». I giornali parlano poco del trasporto pubblico di Roma; probabilmente ne parlerebbero di più se i passeggeri iniziassero a menare i controllori.
I valenziani si lamentano del loro trasporto pubblico, e forse hanno ragione, anche se il trasporto pubblico di Valenzia è molto migliore di quello di Roma.
Mentre tornavo a casa, ho fatto un altro tentativo: ho parlato con un venditore di biglietti della stazione Anagnina. Quando spiego la situazione, il bigliettaio dice che non è un’inadempienza dell’ATAC; è un’inadempienza del comune di Roma, che non dovrebbe dare licenze a negozi che non sono sempre aperti. Su questo sono quasi d’accordo; la parola «quasi» è dovuta al fatto che l’ATAC dovrebbe tenere conto degli orari di apertura dei negozi, di conseguenza non dovrebbe mandare controllori quando le tabaccherie sono chiuse, oppure dovrebbe dare la possibilità di comprare biglietti all’interno degli autobus, come si fa nei paesi evoluti. Il bigliettaio mi ha irritato quando ha detto che i controllori hanno fatto semplicemente il loro lavoro; c’era da rispondere che anche i viaggiatori fanno il loro lavoro quando allontanano i controllori usando la violenza.
Voglio aggiungere ancora una cosa. Come la mettiamo con la gente che non ha reddito? Se ci fosse il reddito minimo garantito, potrei capire (non giustificare) tariffe alte per biglietti, tessere e multe, ma con la situazione attuale, tali tariffe mi sembrano un crimine contro l’umanità. Come la mettiamo con chi vive con la propria famiglia? Le multe fatte agli studenti vengono pagate dai familiari degli studenti multati, almeno se non sono studenti-lavoratori. Su questo dovrei fare un discorso lungo, che forse farò in un altro articolo; per ora cito l’articolo sulla violenza domestica, giusto per dare un’idea del discorso lungo che voglio fare.
Cosa succede se una multa non viene pagata nel tempo previsto? C’è il rischio di perdere la casa? Il diritto alla casa è sacro; violarlo è un crimine contro l’umanità. In più, mi piacerebbe sapere cosa fa il comune di Roma con tutte quelle case vuote. Godo per gli stranieri che viaggiano a Roma senza pagare biglietti né multe; una volta tornati al loro paese, voglio proprio vedere come fa l’ATAC a pretendere il pagamento. Godo anche per gli italiani che una volta multati cambiano residenza e vanno a vivere all’estero. Mi dispiace per chi deve restare in Italia.
Vi càpita mai di vedere gente che chiede l’elemosina in metropolitana? Se non vi è capitato, probabilmente non vi càpita spesso di prendere la metropolitana a Roma.
Non so com’è la situazione in altre città italiane, ma la metropolitana di Roma è molto frequentata da accattoni. In Spagna non ho mai visto accattoni in metropolitana, e con questo non voglio dire che la Spagna è perfetta. Anche la Spagna ha tanti problemi.
Mi viene in mente Lambrenedetto XVI quando si lamenta dei cacacazzi in treno e in stazione.
Oggi alla stazione di Colli Albani ho incontrato accattoni; di solito stanno in treno; questa volta stavano sulla banchina per Battistini, mentre al gabbiotto della vigilanza non c’era nessuno.
Esco dalla stazione con l’amaro in bocca. In superficie trovo tecnici dell’ATAC; probabilmente stavano facendo riparazioni; a loro spiego la situazione e chiedo cosa devo fare; i tecnici si lamentano a loro volta, facendomi capire che stanno sulla mia stessa barca; mi raccontano storie che si verificano in altre stazioni di Roma, poi mi consigliano di chiamare il numero telefonico del comune di Roma (060606).
Quando sto sull’autobus, con il telefono cellulare chiamo il numero del comune di Roma; quando l’operatore risponde, spiego la situazione; l’operatore dice che inoltrerà la segnalazione.
Devo dire che ultimamente a Colli Albani non ho visto vigilanti, anche se ogni tanto li vedo ad Arco di Travertino.
Gli accattoni sono cittadini che non sanno come andare avanti, altrimenti chi glielo farebbe fare di chiedere l’elemosina? Forse alcuni lo farebbero lo stesso, ma molti meno. Secondo me, il reddito minimo garantito risolverebbe almeno in parte il problema dell’accattonaggio. Mi viene in mente l’articolo su beneficenza e truffe; forse dovrei aggiornare quell’articolo, perché su almeno un punto ho cambiato idea.
Un po’ di tempo fa ho conosciuto Lambrenedetto XVI, che spesso parla di problemi italiani e confronta l’Italia con altri Stati. Ho visto filmati di Lambrenedetto XVI su Youtube, ma Lambrenedetto XVI è presente anche in altri siti Internet.
Fotografia di Lambrenedetto XVI presente nel sito sui viaggi in Germania
Ho visto un filmato relativo alla monnezza presente sulle strade della Lombardia, alla faccia di chi dice che la monnezza sta solo a Napoli.
Ho visto un filmato sulla mancanza di manutenzione, che spesso porta a problemi come allagamenti.
Ho visto filmati relativi alle strade e alle stazioni ferroviarie di Cipro e del Portogallo.
Ho visto anche un filmato sul reddito di cittadinanza, presente in ogni paese civile.
L’Italia è un paese del terzo mondo; per capirlo è sufficiente fare un confronto con altri Stati d’Europa.
Mi è piaciuto molto il filmato sul menefreghismo italiano; mi ricorda una canzone degli 883 e una degli Articolo 31; secondo me, entrambe le canzoni rendono bene l’idea sull’italiano medio.
Cos’altro posso dire su Lambrenedetto XVI? Per ora so poco, ma ci sono pagine esterne che ne parlano dettagliatamente.
Ieri (6 novembre 2014) le scuole della provincia di Roma erano chiuse per decisione della prefettura; condivido questa decisione, ma io avrei chiuso le scuole anche oggi, perché ancora c’è pioggia forte, con gravi conseguenze per la viabilità.
Oggi ho ascoltato una trasmissione radiofonica che aveva tra gli ospiti Mario Tozzi. Tra le varie cose, nella trasmissione veniva detto che bisogna pulire i fiumi, in quanto la monnezza ostacola il passaggio dell’acqua, contribuendo allo straripamento; in più, è stato detto che i tombini vicino alla metropolitana non sono abbastanza profondi, e questo provoca l’allagamento della metropolitana.
Tra l’altro, in questi giorni ho ricevuto una notizia scandalosa: il comune di Genova, che aveva prorogato i termini per pagare le tasse, ora vuole i soldi richiesti con le relative more; altri siti smentiscono la notizia, e spero che abbiano ragione. Per come la vedo io, in queste situazioni dovrebbe essere il comune a dare soldi ai cittadini, per risarcirli dei danni subìti. I comuni (così come le province, le regioni e lo Stato) sono responsabili di ogni fenomeno naturale, in quanto pretendono soldi dai cittadini con le tasse, e le tasse dovrebbero servire per migliorare la vita dei cittadini. Se una città si allaga, è perché le istituzioni non hanno fatto bene il loro lavoro. Qualcuno dirà che non si può prevedere tutto; è vero, ma quando succede qualcosa di imprevedibile, le istituzioni sono comunque responsabili, pertanto devono risarcire il danno ai cittadini. Se le istituzioni fanno male il loro lavoro, posso solo dare ragione ai cittadini onesti che smettono di pagare le tasse.
Perché Ignazio Marino non risponde ai messaggi dei cittadini? Non so quanti di voi hanno scritto a Ignazio Marino, né quanti hanno ricevuto risposte, ma io varie volte ho scritto a Ignazio Marino per lamentarmi di problemi di Roma.
Ignazio Marino, il sindaco di Roma che non risponde ai messaggi dei cittadini del suo comune
Avete saputo dell’aumento delle tariffe del trasporto pubblico? Non parlo dell’aumento deciso dalla giunta Alemanno; parlo dell’aumento deciso dalla giunta Marino, che dovrebbe entrare in vigore a gennaio del 2015; a partire da quella data, le tessere del trasporto pubblico di Roma costeranno €38 al mese, almeno quelle ordinarie; non mi è chiaro quanto vengono a costare le tessere ridotte. I biglietti da timbrare avranno gli stessi prezzi di prima. Ignazio Marino, invece di risolvere i problemi creati da Gianni Alemanno, crea ulteriori problemi.
Io varie volte ho scritto a Ignazio Marino, ogni volta per un motivo diverso, anche se alcune volte scrivevo per sollecitare una risposta ai messaggi precedenti.
Ignazio Marino non risponde ai miei messaggi; potrei capirlo (non accettarlo) se io fossi una persona «qualunque», ma io ero candidato al consiglio comunale di Roma con una lista che sosteneva Ignazio Marino. Non so per chi voterò alle prossime elezioni comunali, ma Ignazio Marino può scordarsi il mio voto.
Sono altamente schifato per questa situazione. Mi pento di aver votato per Ignazio Marino; al primo turno dovevo votare per il pentastellato Marcello De Vito. Mi pento soprattutto di essermi candidato con il Partito Socialista; ho scelto quel partito perché conosco alcune persone che ne fanno parte, ma ora capisco che il PSI è un partito di menefreghisti; è leggermente meglio del PD, ma penso di meritare qualcosa di molto meglio; sicuramente anche Roma merita qualcosa di molto meglio.
Ora collego alcune pagine esterne sull’aumento delle tariffe e sulla riduzione dei servizi. Qualcuno dovrebbe spiegare perché Ignazio Marino non risponde ai cittadini di Roma.