Perché scrivo un articolo su un partito canario?
Durante l’Erasmus, precisamente uno dei primi giorni, ho conosciuto quel partito, che aveva una bancarella al mercato domenicale di Santa Cruz. Gli addetti alla bancarella mi hanno parlato del partito e della causa sostenuta, spiegando i vantaggi che deriverebbero dall’indipendenza. Per €5 facevano la carta d’identità canaria, che per formato somiglia molto alla patente italiana, anche se i colori sono molto diversi. Quando io ho detto che non sono cittadino spagnolo, uno di loro ha risposto: «Neanche io. Sono delle Isole Canarie». Sapevano che ero italiano, ma hanno fatto una carta d’identità canaria con i miei dati. Ovviamente la carta d’identità canaria non ha valore legale, in quanto le Isole Canarie non sono riconosciute come Stato indipendente, ma ancora tengo quella carta d’identità come ricordo, e ne parlo spesso con amici e conoscenti.
La carta d’identità canaria ha come sfondo la bandiera indipendentista canaria, che è simile alla bandiera canaria ufficialmente riconosciuta, con la differenza che nella parte azzurra ci sono sette stelle verdi che formano un cerchio; ovviamente ogni stella rappresenta un’isola; non vengono rappresentate le isole minori, tra cui l’Arcipelago Chinijo, ma non penso che gli abitanti di quelle isole si offendano.
Un motivo per cui parlo di Alternativa Nazionalista Canaria è che oggi ho partecipato a una discussione in cui parlavo delle Isole Canarie e della causa indipendentista. Si direbbe che tanti sardi vogliono l’indipendenza dall’Italia e tanti corsi vogliono l’indipendenza dalla Francia. Si direbbe che il semplice fatto di fare parte di un’isola lontana dal continente porta a desiderare l’indipendenza. Se la Sardegna e la Corsica vogliono l’indipendenza, a maggior ragione capisco l’indipendentismo canario; già lo capivo prima e lo sostenevo; ora lo sostengo di più.