Riassumo le strategie della manipolazione, poi le commenterò.
I—Distrazione
II—Creare problema e offrire soluzione
III—Gradualità
IV—Differire
V—Rivolgersi al pubblico come ai bambini
VI—Prevalenza dell’aspetto emotivo sulla riflessione
VII—Mantenere il pubblico nell’ignoranza
VIII—Stimolare la mediocrità
IX—Rafforzare l’autocolpevolezza
X—Conoscere i cittadini meglio di come si conoscono i cittadini stessi
La lista che ho fatto è sintetica; ci sono tutte le strategie della manipolazione secondo Noam Chomsky, ma non le ho spiegate dettagliatamente.
Per ulteriori informazioni potete consultare le pagine che collegherò da questo articolo.
Ora faccio un po’ di commenti, anche se non commenterò tutte le strategie; commenterò solo quelle che conosco meglio.
La prima strategia è molto applicata in Italia, e probabilmente anche in altri Stati, nel senso che i giornali e le televisioni parlano di certi argomenti affinché altri restino sconosciuti; un esempio è rappresentato dai mondiali di calcio in Brasile; pensavo che fossero un’occasione per parlare dei problemi del Brasile, ma si direbbe che non è così; mi era venuta questa falsa speranza grazie alle olimpiadi in Cina, che sono state utili per parlare dei problemi dei cittadini cinesi.
La seconda strategia è conosciuta in Italia come metodo Cossiga, in «onore» del terrorista che l’ha applicata quando era ministro dell’interno; lui stesso l’ha dichiarato pubblicamente suggerendo a Roberto Maroni di applicare la stessa strategia.
La terza strategia mi sembra quasi ovvia, e con questo non voglio dire che è giusto applicarla. Un cambiamento graduale si sopporta più facilmente di un cambiamento improvviso. Un esempio è l’aumento del costo del passaporto; un altro è l’aumento del prezzo del tabacco.
La quarta strategia è quella di non fare immediatamente un cambiamento impopolare, bensì annunciarlo anticipatamente, affinché i cittadini possano prepararsi. La quarta strategia può essere vista come una variante della terza; probabilmente viene applicata quando è difficile o impossibile fare cambiamenti graduali.
La settima strategia mi sembra evidente. In Italia c’è tanta ignoranza grazie al governo. La scuola italiana è fatta male; sembra fatta apposta per far passare la voglia di studiare. Quei pochi che vogliono studiare molto, devono dipendere dalle proprie famiglie, con l’eccezione degli studenti lavoratori, in quanto l’università italiana ha un costo esorbitante per gli studenti.
Anche la nona strategia mi sembra evidente. Vi ricordate quella volta che Elsa Fornero ha detto che tanti italiani sono «choosy» con il lavoro? Io rispondo con un aforisma che ho letto un po’ di tempo fa: «Non esistono lavori che gli italiani non vogliono fare; esistono stipendi che gli italiani non possono accettare». Il discorso di Elsa Fornero è solo uno dei tanti esempi.