Paola Taverna (Roma, 2 marzo 1969) è una politica italiana. È diplomata perito aziendale e corrispondente in lingue estere. Ha lavorato per 13 anni (2000-2013) presso un poliambulatorio di analisi cliniche dove ha svolto funzioni di impiegata.
Nel 2013 viene eletta senatrice della XVII Legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione Lazio per il Movimento 5 Stelle. Dal 7 maggio 2013 diviene membro della XII Commissione permanente (Igiene e sanità).
Dal 30 settembre 2013 al 9 gennaio 2014, subentrando a Nicola Morra, è stata capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, sostituita successivamente da Vincenzo Santangelo[1]. (fonte: Wikipedia)
Dopo l’articolo su Alessandro Di Battista, ho deciso di scriverne uno su Paola Taverna.
Non penso di scrivere un articolo per ogni parlamentare pentastellato, ma Alessandro Di Battista e Paola Taverna sono i parlamentari pentastellati che ho seguito maggiormente.
Paola Taverna ha fatto discorsi interessanti al Senato della Repubblica Italiana. Un discorso interessante è stato quello contro Ignazio Marino; mi piace; non me l’aspettavo. Anch’io ho in questo blog ho dato giudizi negativi su Ignazio Marino. Non so per chi voterò alla prossima elezione comunale, e neanche so se ancora abiterò a Roma, ma parlerò della prossima elezione comunale al momento giusto.
Non capisco la gente che ha contestato Paola Taverna a Tor Sapienza; secondo me, Paola Taverna avrebbe ascoltato i problemi dei cittadini e avrebbe sottoposto tali problemi all’attenzione del Senato. Per come la vedo io, ogni parlamentare degno di quel nome ascolta i problemi dei cittadini e li sottopone all’attenzione del parlamento o di una sua parte. Come saprete, il parlamento italiano è diviso in due Camere, divise a loro volta in commissioni e in gruppi parlamentari.
Cliccando qui, troverete la pagina del Senato su Paola Taverna.
Perché ho scritto due articoli consecutivi su parlamentari pentastellati? Voglio candidarmi con il Movimento 5 Stelle? No; un po’ perché ultimamente sto seguendo Democrazia Digitale; un po’ perché tra me e il M5S ci sono almeno due punti di disaccordo: l’abolizione delle province e il limite di due mandati elettivi. Nonostante i motivi che mi hanno portato a non candidarmi con il Movimento 5 Stelle, varie volte ho votato per tale movimento, e probabilmente continuerò a farlo in futuro.