AVVERTENZE

 

Il racconto «Romano di nome e di fatto» è stato scritto da Paolo Marzano ed è un'opera di fantasia.

Questo racconto è collegato con «Incontro a Tenerife».

Quest'opera contiene volgarità.

 

 

 

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Romano di nome e di fatto di Paolo Marzano è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
Based on a work at http://paolomarzano.altervista.org/Patamu/opere_Paolo/Incontro_a_Tenerife/Incontro_a_Tenerife__prima_versione_.html
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Romano di nome e di fatto

 

 

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Sono Romano, di nome e di fatto. Ho trascorso l'infanzia e l'adolescenza a Roma. Ora abito a Santa Cruz de Tenerife, e in parte è merito di Rapisardo, anche lui proveniente da Roma, anche se da anni vive in Spagna e rifiuta di tornare in Italia.

Capisco Rapisardo quando parla male di Roma, perché Roma ha tante cose che funzionano in modo approssimativo. Ho sentito parlare del trasporto pubblico della Spagna continentale, di conseguenza Tenerife mi ha un po' deluso per quanto riguarda i trasporti, ma non c'è paragone con Roma.

Una città antica come Roma ha un trasporto pubblico da terzo mondo; la stessa città che ospita il Colosseo e tanti altri edifici che ogni anno attirano grandi quantità di turisti.

Probabilmente i turisti conoscono solo una parte di Roma; probabilmente conoscono solo il centro storico.

Roma è sporca, infatti le strade sono piene di rifiuti. Per quello che so, a Roma nessuno fa multe a chi butta rifiuti per terra, mentre il personale della metropolitana rompe i coglioni a chi fa fotografie, imponendo la cancellazione di tali fotografie. Cosa succede se l'ordine non viene eseguito? Non lo so, ma ho letto in Internet che una legge dei tempi del fascio vieta di fotografare le stazioni della metropolitana, infatti quella legge è degna della Corea del Nord. Le stazioni della metropolitana di Roma sono piene di soldati, ma non è chiaro a cosa servono i soldati se poi non possono intervenire contro chi sporca né contro gli accattoni.

Sto a Tenerife da un anno; ancora non conosco bene le leggi e i regolamenti di Tenerife, ma nessuno mi ha rotto i coglioni quando ho fotografato fermate di tram e autobus; è vero che mentre fotografavo non c'era nessuno vicino a me; forse il personale fa ciò che dovrebbe fare invece di cacare il cazzo a gente che non fa male a nessuno.

Odio la gente forte con i deboli e debole coi forti, soprattutto se quella gente dovrebbe lavorare per i cittadini.

A Tenerife mi trovo bene, non solo per il clima, ma anche per la sicurezza. Forse qui ci sono meno poliziotti, ma i poliziotti intervengono contro i criminali, non contro i fotografi.

Studio fisica, però mi piace fotografare ogni cosa che mi piace, infatti alcuni miei amici dicono che sarei un ottimo fotografo. Sono portato per le lingue, infatti conosco bene lo spagnolo e vorrei studiare altre lingue. Qui a Tenerife c'è un'alta concentrazione di tedeschi e austriaci, infatti mi attira il tedesco. Ho trovato anche un corso di giapponese, altra lingua che mi attira.

Mi piace molto il mio lavoro: tradurre siti Internet. Le mie conoscenze di HTML mi consentono di creare siti Internet abbastanza decenti, anche se ho visto di meglio. Per ora traduco siti Internet dallo spagnolo all'italiano e viceversa. Più avanti mi piacerebbe tradurre da altre lingue.

Mi mancano pochi esami per la laurea in fisica; li farò a Tenerife, e precisamente a La Laguna.

Ogni giorno faccio avanti e indietro, perché abito a Santa Cruz e seguo le lezioni a La Laguna; certe volte prendo l'autobus, mentre altre volte prendo il tram.

Per quanto riguarda il lavoro, è chiaro che posso lavorare dove voglio. Se qualcuno vuole parlare con me di persona, è chiaro che dobbiamo prendere un appuntamento; ogni volta ci vediamo in un posto diverso, ma sempre in posti facilmente raggiungibili in tram.

Con il lavoro che faccio, mi è sufficiente un computer collegato a Internet per lavorare. Ho un computer portatile con relativa chiavetta; certe volte lo porto con me, in modo da potermi collegare ovunque o quasi; altre volte lo lascio a casa, portando comunque i dati in un'apposita memoria, che inserisco nei computer dei locutori.

Mi viene in mente quella volta che Rapisardo mi ha parlato di Javier.

Mi piace molto ascoltare i discorsi di Rapisardo. Uno come Rapisardo non si dimentica facilmente, infatti sento la sua mancanza, anche se spesso comunichiamo grazie al telefono e grazie a Internet.

A Tenerife ho conosciuto tanti altri studenti, ma raramente partecipo agli eventi che loro mi propongono. Abitando a Santa Cruz, non posso trascorrere la sera a La Laguna, altrimenti dovrei dormire per strada o prendere un taxi. Rapisardo mi ospitava, ma una volta mi ha detto chiaramente che gente così è l'eccezione e non la regola. Devo dire che non ho conosciuto nessuno più gentile di Rapisardo. Fatico a credere che Rapisardo ha incendiato l'automobile del preside della sua scuola, e un po' fatico a credere che ha mandato a quel paese certi professori, anche se a tanta gente sarebbe piaciuto fare la stessa cosa certe volte.

Stando a ciò che dice Rapisardo, un giorno una professoressa ha detto ipocritamente che non obbliga nessuno a seguire le sue lezioni; ha detto più o meno così: «Per me, voi potete anche fare altre cose mentre spiego o interrogo, tanto faremo i conti alla fine dell'anno scolastico»; un suo compagno di classe, di nome Lorenzo, ha preso quel discorso alla lettera e ha fatto altre cose, allora la professoressa l'ha richiamato, e Lorenzo ha fatto notare il discorso di poco prima, allora la professoressa ha ripetuto il richiamo, e Rapisardo ha mandato la professoressa a quel paese, a costo di un'ammonizione.

Rapisardo mi ha parlato della sua pessima infanzia, e un po' lo ammiro, perché nonostante tutto non ha ucciso nessuno, diversamente da Marco, che comunque mi fa pena.

Spesso sento parlare di gente che «salutava sempre»; capisco quella gente quando fa atti di violenza, anche se non giustifico la violenza salvo legittima difesa. La pazienza ha un limite, ma tanta gente non lo capisce finché il limite non viene superato. Portare qualcuno a perdere la pazienza è come attraversare l'orizzonte degli eventi di un buco nero; dopo non si torna indietro. Qualcuno dirà che la gente si calma nella maggioranza dei casi; è vero, ma resta comunque l'irritazione residua, che inevitabilmente porta alla mancanza di fiducia.

Prima che qualcuno me lo chieda, alcuni miei conoscenti mi vedono portato per la psicologia.

Perché ho scelto fisica? Mi piace conoscere le leggi dell'universo.

Quando parlo con qualcuno che studia giurisprudenza, spesso dico che abbiamo una cosa in comune: studiamo le leggi, anche se le leggi della fisica non possono essere cambiate dai governi.

Ogni giorno studio le materie su cui dovrò fare gli esami, e devo dire che mi è più facile ora che sto a Tenerife, proprio perché sto in un ambiente rilassato. Qui ho meno preoccupazioni. Se una cosa mi preoccupa, inevitabilmente mi distrae, quindi perdo la concentrazione e rendo di meno.

Passo gli ultimi esami con voti abbastanza alti; a Roma raramente mi capitava.

Faccio la tesi, che mi terrà occupato per almeno tre mesi.

Quando concludo la tesi, la consegno ai professori.

Quando mi viene comunicata la data della seduta di laurea, avviso Rapisardo, che con molto piacere torna a Tenerife insieme ad Ayako; entrambi assistono alla seduta e mi fanno i complimenti, oltre a farmi tante fotografie.

Prendo la laurea con un voto abbastanza alto, anche se non è il massimo dei voti.

Mi viene offerto un lavoro in un osservatorio astronomico; accetto con molto piacere, perché l'astrofisica è la parte della fisica che mi piace di più.

Se mi stanco di lavorare all'osservatorio astronomico, posso cercare altri lavori; ho solo l'imbarazzo della scelta, perché la laurea in fisica offre tante possibilità.

 

 
     

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