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Il 29 giugno 2016 scrivo la prima versione di «Javier di Peñíscola», un racconto collegato con «Rapisardo il trucido». Questo racconto è un'opera di fantasia. |
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http://paolomarzano.altervista.org/libro_ospiti.html
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Javier di Peñíscola
Mi chiamo Javier. Lavoro in un locutorio di Peñíscola e abito nelle vicinanze del locutorio. In Italia, così come in Spagna, tanta gente vota per i soliti partiti che non fanno l'interesse dei cittadini, mentre i partiti seri ricevono pochi voti. C'è anche un partito che vuole vietare le corride, ma pochi spagnoli lo votano, anche se la maggioranza degli spagnoli è contro la corrida. Quando sento dire che la Spagna è il paese dei toreri, mi vergogno di essere spagnolo, ma capisco gli stranieri che dicono così. Grazie al mio lavoro, conosco varie lingue, in quanto posso prendere le ferie abbastanza spesso, e ogni volta ne approfitto per seguire corsi di lingue. Rapisardo non sembrava sorpreso quando mi ha sentito parlare italiano, mentre Ayako esponeva la sua piacevole sorpresa nel sentirmi parlare giapponese. Rapisardo mi consiglia di aprire una radio in Internet, e io seguo il suo consiglio con molto piacere, approfittando del tempo libero per trasmettere alla radio. Certe volte trasmetto in diretta, mentre altre volte registro ciò che voglio dire ai miei ascoltatori. Trasmetto in tutte le lingue che conosco. In più, faccio notare agli spettatori che vari cantanti hanno fatto canzoni contro la corrida. Dire che la Spagna è il paese dei toreri è come dire che l'Italia è il paese della mafia. Qualcuno dirà che la mafia non è solo italiana; è vero, ma anche la corrida viene praticata in vari Stati; non solo in Spagna. Alla radio non parlo solo del mio attivismo contro la corrida; parlo anche di tante altre cose. Certe volte parlo della mia città, che non è molto grande ma è molto interessante. A Peñíscola c'è un castello che secondo me merita una visita. Se non vi accontentate di Peñíscola, potete visitare Benicarló e Vinaròs. Varie volte ho noleggiato biciclette per raggiungere le città vicine; l'unico problema è che poi dovevo tornare indietro; da questo punto di vista preferisco Valenzia, perché là posso prendere una bicicletta in una qualunque stazione e restituirla in un'altra stazione per biciclette. Per me è liberatorio parlare con tanta gente che mi ascolta da lontano. In più, la radio mi ha fatto acquisire fama in tutta la Comunità Valenziana.
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