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Il 29 giugno 2016 scrivo la prima versione di «Javier di Peñíscola», un racconto collegato con «Rapisardo il trucido».

Questo racconto è un'opera di fantasia.

 

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Javier di Peñíscola

 

Mi chiamo Javier. Lavoro in un locutorio di Peñíscola e abito nelle vicinanze del locutorio.

Per chi non lo sapesse, un locutorio è un locale in cui sono presenti telefoni per chiamare a basso costo e computer collegati a Internet. Ogni visitatore può usare un telefono del locutorio per chiamare verso qualunque Stato, pagando meno di quanto spenderebbe chiamando con il proprio telefono cellulare. In più, ogni visitatore può usare un computer per navigare in Internet a prezzi ragionevoli e a una velocità ragionevole, almeno quando non ci sono problemi nella rete.

Il mio lavoro mi piace, anche se spesso mi costringe a stare nel locale quando mi piacerebbe fare altre cose, ma non voglio lamentarmi, perché tanta gente sta molto peggio di me. Tra l'altro, io ho la fortuna di abitare vicino a dove lavoro; è un privilegio che pochi hanno; lo so perché conosco tanta gente che ogni giorno deve fare viaggi lunghi per andare al lavoro e tornare a casa. Se un giorno lavoro più del previsto, comunque mi consolo sapendo che la mia casa sta a due passi o poco più. Se un giorno c'è sciopero del trasporto pubblico, non devo supplicare nessuno per tornare a casa.

Tra le varie cose, il mio locale vende telefoni cellulari e relative schede. Spesso gli stranieri vengono nel mio locutorio per comprare una scheda spagnola; è conveniente, perché in questo modo evitano di pagare la quota per ricevere la chiamata dal loro paese. In più, se uno straniero cerca un lavoro in Spagna, metterà nel curriculum il numero telefonico spagnolo, in modo da non costringere il datore di lavoro a pagare più del necessario per una chiamata. Mi risulta che certi datori di lavoro scartano i curricula che non hanno numeri telefonici spagnoli.

Ultimamente nel mio locutorio viene spesso un italiano residente a Valenzia; si chiama Rapisardo; certe volte viene da solo, mentre altre volte viene insieme alla sua compagna Ayako.

Rapisardo mi ha parlato di Roma; tra le varie cose, mi ha detto che Roma ha un trasporto pubblico approssimativo; spesso ci sono scioperi, e certe volte ci sono guasti, infatti Rapisardo ha un senso di schifo ogni volta che i controllori chiedono i biglietti. Come si può pretendere il pagamento per un servizio scadente? Rapisardo viaggiava sempre con una regolare tessera, ma solo per evitare discussioni, e certe volte aveva la tentazione di menare i controllori e chi li mandava. Più sento discorsi di questo tipo, più capisco che ho avuto fortuna a trovare una casa vicino al posto di lavoro.

Io con Rapisardo parlo spesso della Spagna in generale e di Peñíscola in particolare. Quando sento parlare di certi problemi italiani, capisco che l'Italia ha molto in comune con la Spagna.

In Italia, così come in Spagna, tanta gente vota per i soliti partiti che non fanno l'interesse dei cittadini, mentre i partiti seri ricevono pochi voti. C'è anche un partito che vuole vietare le corride, ma pochi spagnoli lo votano, anche se la maggioranza degli spagnoli è contro la corrida. Quando sento dire che la Spagna è il paese dei toreri, mi vergogno di essere spagnolo, ma capisco gli stranieri che dicono così.

Grazie al mio lavoro, conosco varie lingue, in quanto posso prendere le ferie abbastanza spesso, e ogni volta ne approfitto per seguire corsi di lingue. Rapisardo non sembrava sorpreso quando mi ha sentito parlare italiano, mentre Ayako esponeva la sua piacevole sorpresa nel sentirmi parlare giapponese. 

Rapisardo mi consiglia di aprire una radio in Internet, e io seguo il suo consiglio con molto piacere, approfittando del tempo libero per trasmettere alla radio. Certe volte trasmetto in diretta, mentre altre volte registro ciò che voglio dire ai miei ascoltatori. Trasmetto in tutte le lingue che conosco. In più, faccio notare agli spettatori che vari cantanti hanno fatto canzoni contro la corrida. Dire che la Spagna è il paese dei toreri è come dire che l'Italia è il paese della mafia. Qualcuno dirà che la mafia non è solo italiana; è vero, ma anche la corrida viene praticata in vari Stati; non solo in Spagna.

Alla radio non parlo solo del mio attivismo contro la corrida; parlo anche di tante altre cose. Certe volte parlo della mia città, che non è molto grande ma è molto interessante. A Peñíscola c'è un castello che secondo me merita una visita. Se non vi accontentate di Peñíscola, potete visitare Benicarló e Vinaròs. Varie volte ho noleggiato biciclette per raggiungere le città vicine; l'unico problema è che poi dovevo tornare indietro; da questo punto di vista preferisco Valenzia, perché là posso prendere una bicicletta in una qualunque stazione e restituirla in un'altra stazione per biciclette.

Per me è liberatorio parlare con tanta gente che mi ascolta da lontano. In più, la radio mi ha fatto acquisire fama in tutta la Comunità Valenziana.

 

 

 
     

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